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Imbiancare casa significa accrescere il valore dell’abitazione, determinato anche dalla buona conservazione della struttura la cui valutazione aumenta anche del 4% sul mercato immobiliare. Pitturare le pareti in fai da te previene il degrado estetico ed evita macchie di muffa dovute, per esempio a infiltrazioni di pioggia dal tetto o a una scarsa ventilazione. Si risparmia il 70% rispetto all’intervento da parte di un imbianchino.
Il calcolo della convenienza deve essere fatto sul costo dei materiali e delle attrezzature considerando che la manodopera artigianale influisce di circa il 75% sulla spesa finale. Evita di sottostare ai tempi e ai prodotti imposti dall’artigiano, aumentando le possibilità di trovare il colore e il tipo di finitura più vicina ai propri gusti, in linea con gli arredi, le caratteristiche dei locali e la loro destinazione d’uso.
Quando imbiare la casa
I periodi tradizionali per tinteggiare la casa combaciano con la stagione primaverile e autunnale, quando la temperatura non compromette la stabilità e la resa della pittura. La maggioranza dei prodotti vernicianti, infatti, può subire alterazioni se viene applicata a temperature inferiori agli 8 gradi o superiori ai 33 gradi. Anche un tasso di umidità oltre il 60% può impedire alla pittura stesa di aderire perfettamente alla superficie. I mesi più adatti sono aprile, maggio e settembre, quando gli impianti di riscaldamento sono spenti e le temperature medie oscillano tra 16 gradi e 28 gradi. Tuttavia, se il tempo è buono e si può intervenire sull’impianto di riscaldamento, si può verniciare anche nella seconda metà di marzo e nella prima metà di ottobre. È da sfatare, invece, la convinzione che si debba imbiancare casa con la bella stagione perché solo aprendo le finestre si evitano gli spiacevoli effetti dovuti alla tossicità dei prodotti. Le più recenti e consigliate pitture per pareti interne o vernici per porte e finestre sono emulsioni acquose prive di componenti dannosi per la salute. Queste vernici all’occorrenza, posso essere utilizzate anche nei mesi invernali senza dover aerare forzatamente i locali.
Attrezzi indispensabili
Esclusa la scala, con pochi euro si può acquistare l’attrezzatura base necessaria sia per la preparazione dei muri sia per l’applicazione della pittura ma allo stesso tempo per non rischiare risultati deludenti, evitate pennelli troppo economici perché spesso di scarsa qualità e destinati ad avere durata breve.
Raschietto. Avendo una lama triangolare a punta, si utilizza lo spigolo vivo per scrostare i bordi di eventuali crepe, in superficie e in profondità. Può essere sostituito anche da un cacciavite.
Spatola. Serve per le stuccature di crepe e fenditure. Le più comuni hanno un manico in legno che le rende poco maneggevoli. A parità di misura, quelle senza manico sono più economiche.
Carta vetrata. Carta abrasiva realizzata con polvere di vetro per livellare le stuccature ed eliminare le imperfezioni dal muro. Per le pareti si usa il tipo “medio”. Si distinguono per lo spessore su base numerica, da 0 a 8.
Spugna, stracci e vecchi pennelli. È meglio tenerli a portata di mano, per eliminare polvere e macchie di pittura da fessure, angoli e interstizi.
Cazzuola. Per riparare uno spigolo. È l’attrezzo per applicare la malta per rifare l’intonaco. È formato da un’impugnatura che sorregge una lama di acciaio a forma triangolare o trapezoidale. A seconda dell’utilizzo, può avere punta tonda o quadra, stretta o larga.
Frattazzo. Si usa per lisciare la malta e allargarla sulla superficie per nascondere la parte riparata. È formato da una lama rettangolare in acciaio o in materiale sintetico, e da un’impugnatura.
Scala. La scala a meccanismo zoppo, è adatta per essere appoggiata sui gradini delle scale o su qualunque dislivello: i montanti, infatti, sono di lunghezza variabile e possono essere fissati in modo asimmetrico. Con la scala a cavalletto si regola l’altezza in base agli scatti disponibili nel meccanismo telescopico dei montanti. Il consiglio è quello di scegliere scale con parapetto protettivo che si protende verso l’alto per almeno 60 cm, con piattaforma rinforzata, per esempio in polipropilene, e piedini antiscivolo.
Trabattello. Impalcatura o piattaforma mobile che, solo in teoria, serve per lavorare più comodamente sulla parte alta dei muri e sul soffitto. In realtà fa risparmiare tempo e fatica. Bisogna sceglierlo dotato di ringhiera protettiva e smontabile, così da poterlo riporre facilmente. Lo si può noleggiare settimanalmente a un costo che varia in base alle dimensioni dell’impalcatura, scelte in funzione dell’altezza da raggiungere.
Come scegliere il pennello
Risulta essere sempre più leggero e facile da usare, ma per offrire buone prestazioni il pennello deve avere: la forma, la dimensione e il tipo di setole adatti alla superficie da imbiancare e alla pittura utilizzata. Nella scelta si tiene conto anche del proprio grado di abilità manuale.
Le setole devono essere fitte perchè ciò rende più facile e rapido il lavoro. Per essere solida la ghiera metallica che àncora le setole, deve essere fissata preferibilmente con dei chiodini supplementari e perfettamente aderente al manico e alle setole. Il sistema di fissaggio del manico deve garantire una salda tenuta nel tempo e resistere a eventuali solventi presenti nelle pitture. L’impugnatura deve essere ergonomica e adattarsi al tipo di mano che utilizzerà il pennello.
Per stendere in modo omogeneo uno smalto sintetico, diluibile di solito con acqua ragia, sono più adatti i pennelli con setole naturali, mentre per i prodotti di fondo, come il fissativo a base di resine viniliche, e quelli all’acqua si utilizzano i pennelli con fibre sintetiche. Il difetto più vistoso dei pennelli di scarsa qualità è che perdono velocemente i peli che, spesso, rimangono nella latta della pittura o sul muro.
Anche se a prima vista un pennello sembra buono, bisogna stare attenti a un prezzo troppo basso. Considerare inoltre che i pennelli con setole naturali, come quelli in pelo di cinghiale, costano anche il 15% in più rispetto a quelli che hanno le setole sintetiche. Tuttavia, se le fibre sintetiche sono pure e lavorate per essere piumate o appuntite, il prezzo sale anche del 10%. Anche il numero di cotture che subiscono le setole prima di essere assemblate può incidere sul costo. Per applicare l’idropittura, è sufficiente una doppia cottura.
Vediamo quali sono i tipi di pennelli disponibili.
Ovalina. Dalla sezione rotonda o ovale, è adatta per semplificare la stesura della pittura su piani articolati, in rilievo e in presenza di scanalature. In alternativa si può usare il tipo strozzato, una variante dalle setole strette alla radice e aperte all’estremità che si presta a essere usato con la tecnica a tampone nei punti più difficili, come gli angoli. Quella con “punta a scalpello” serve per ritoccare.
Plafoniera. Chiamata erroneamente pennellessa, è il pennello più grande usato per pitture murali su ampie superfici. La versione “antigoccia” si distingue da quella tradizionale per l’assenza di ghiera e la presenza di microcanali (dovuti alla disposizione delle setole) che trattengono la pittura in eccesso.
Pennellessa. Detta anche pennello piatto, è consigliata per stendere uniformemente la vernice o lo smalto su superfici di piccola, media, grande ampiezza a seconda della lunghezza, larghezza e foltezza delle setole. Generalmente si consiglia per verniciare porte o zone limitate del muro, come lungo gli angoli o intorno alle finestre.
A testa curva. Specifico per radiatori, è in grado di raggiungere gli interstizi in profondità grazie all’angolatura della ghiera che trattiene le setole e al manico piatto o in tondino d’acciaio che passa facilmente anche dalle fessure o dietro le tubature. Più folte sono le setole, più è facile da usare e maggiore è il potere coprente del pennello.
Tampone. Risulta essere un pennello a struttura piatta, realizzato con finissime e fitte setole sintetiche lavorate a velluto, che viene passato verticalmente sulle superfici sulle quali lascia un film omogeneo di pittura senza schizzi o colature. È uno strumento preciso e rapido, anche di finitura per angoli e bordi, utilizzabile sia con pitture ad acqua sia a solvente.
Il rullo per risparmiare tempo
La tecnica a rullo non è esente da rischi, primo fra tutti l’effetto maculato dovuto alla scarsa uniformità di pittura rilasciata dall’attrezzo sulla parete.
Il rullo si distingue in base alla dimensione e al tipo di pelo. Il più piccolo, anche di 10 cm, è adatto per smalti e vernici da dare su superfici ridotte, come porte e infissi. Il rullo largo 20 cm con diametro di 8 cm è il più indicato per pitture murali: anche se con un rullo da 30 cm si lavora rapidamente, il peso maggiore ne rende più faticoso l’uso, soprattutto per imbiancare i soffitti. Anche il tipo di pelo influisce sul risultato finale: quello naturale, per esempio in lana di montone, una volta caricato cede meno pittura sul muro e crea meno spruzzi rispetto a quello in pelo sintetico, tuttavia più economico. Per ovviare al problema degli spruzzi, alcuni rulli sono dotati di una speciale carenatura anti schizzi, cioè un rivestimento di protezione che evita spruzzi e gocciolature. Il rullo autoalimentato, cioè con serbatoio incorporato, ha il vantaggio di evitare le frequenti interruzioni per caricare il rullo di pittura. Per dipingere i soffitti, deve essere caricato solo per metà volume.
Il rullo a pelo corto è adatto per stendere pitture più dense su superfici lisce e regolari. Il rullo a pelo lungo consente di distendere sul muro ruvido e irregolare uno strato uniforme di pittura perché raggiunge il fondo di ogni piccola cavità. Il rullo a media densità di pelo, cede la pittura lentamente e uniformemente, con meno sbavature e spruzzi. Il rullo a pelo troppo rado si carica eccessivamente e deposita la pittura a macchie, colando spesso sul muro e sul pavimento. Non sgocciola e non sporca il rullo brevettato con serbatoio incorporato che si utilizza senza griglia. Basta riempire il serbatoio di pittura che passa automaticamente in superficie attraverso delle impercettibili incisioni.
Un accessorio del rullo molto utile è la vaschetta con griglia. Questa presenta una superficie inclinata a doppia profondità ed è indispensabile se si stende la pittura con un rullo o con un tampone perché consente di sgocciolare la parte di pittura assorbita in eccesso dall’attrezzo. La si può sostituire con un normale secchiello per lavare i pavimenti, basta riempirla solo per tre terzi di pittura e inserirvi una retina metallica o di plastica per scrollare la vernice dal rullo.
La pertica è un altro complemento utile durante la pittura delle pareti. È una prolunga telescopica, estensibile oltre i 2 metri, che si applica al manico del rullo e con la quale si raggiungono facilmente il soffitto e le parti più alte del muro senza dover salire sulla scala. Con la pertica si riduce lo sforzo fisico e si lavora 3 volte più rapidamente. All’occorrenza può essere sostituita da un manico di scopa.
Idropittura
Nonostante in commercio si trovino ancora prodotti vemicianti a solvente, molto meno tossici di un tempo, la pittura più adatta alle pareti di casa è a base di acqua. Anche se ha ancora un costo maggiore del 10-20%, l’idropittura è più facile da applicare, asciuga prima e non causa vapori fastidiosi o cattivi odori. Si può scegliere tra più di 10 idropitture specifiche. Le più recenti idropitture svolgono 5 funzioni essenziali che rispecchiano anche i suoi vantaggi: garantiscono una copertura, facilitando una stesura omogenea e senza sprechi; formano una pellicola aderente al muro, resistente all’usura, alle lievi abrasioni e alla luce; attirano poco lo sporco, come la polvere o quello di origine grassa; resistono agli sbalzi termici dovuti al cambio di stagione e ai sistemi di climatizzazione della casa; sono disponibili in diverse soluzioni dagli effetti opachi, brillanti, satinati o vellutati.
Per individuare l’idropittura giusta al momento dell’acquisto, chiedere al rivenditore la percentuale degli ingredienti del prodotto e fare un raffronto con le diverse pitture. La qualità della pittura, infatti, varia in base al rapporto tra tre principali costituenti: i leganti, resine sintetiche dall’aspetto lattiginoso (per esempio quelle viniliche) che determinano la resistenza del prodotto, i pigmenti, terre colorate o composti chimici che conferiscono il colore alla pittura, gli additivi e cariche, sostanze aggiunte al prodotto verniciante per esaltarne determinate proprietà, come per esempio il potere isolante.
Consigli
Gli additivi chimici sono prodotti dal costo elevato che influiscono notevolmente sul prezzo della pittura. Tuttavia, una scarsa quantità di additivi nella vernice comporta: meno stabilità e omogeneità del prodotto verniciante e cattiva conservazione nel tempo; difficoltà nel mescolare la pittura e nell’applicazione sul muro.
Più legante contiene una pittura, maggiore è la sua resistenza e lavabilità. Le pitture meno resistenti, come la tempera o la semilavabile, contengono poche resine, dal 2 al 4%. Le pitture mediamente resistenti, contengono dal 5 al 15% di resine. Le pitture ad alta resistenza, contengono dal 16 al 25% di resine.
Maggiore è la quantità di pigmenti incorporati, più alto è il potere coprente della pittura e più sale il suo prezzo. Per potere coprente si intende il numero di mani necessarie per conferire al nuovo muro un colore dall’aspetto compatto e omogeneo. La capacità coprente dei pigmenti è data anche dal potere di rifrangere la luce. Il ruolo del pigmento è quello di nascondere completamente alla vista il precedente supporto sul quale è stata applicata: uno dei pigmenti fondamentali è l’Ossido di Titanio o Bianco di Titanio. Maggiore è il contenuto di Ossido di Titanio, minore sarà il numero di mani che occorrerà passare sulla parete per ottenere una copertura uniforme.
Quanta pittura occorre per imbiancare la casa
Prima di informarsi sulla quantità di pittura che serve, è indispensabile conoscere la superficie da imbiancare, da calcolare in metri quadrati. La resa al metro quadro per litri di pittura è sempre indicativa dato che dipende anche dal grado di assorbimento del muro, dalla diluizione effettuata e dalla modalità di stesura. Per non rischiare di rimanere senza pittura, il calcolo deve essere fatto in eccesso, considerando porte e finestre “vuoto per pieno”, cioè come se fossero superficie da pitturare.
Ecco come procedere al calcolo per un locale di 4×4 metri, alto 3 metri
– moltiplicare il perimetro del locale per l’altezza delle pareti (4+4+ 4+4= 16×3=48)
– aggiungere l’area del soffitto (4×4=16+48= 64)
– dividere il risultato per il potere coprente della vernice dichiarato sull’etichetta: se è di 6 mq al litro per ogni mano, significa che per pitturare 64 mq di muro con una mano sono necessari 10,6 litri di pittura (64 mq diviso 6 mq al litro = 10,6 litri)
– moltiplicare 10,6×2, per ottenere la quantità di pittura necessaria per passare due mani.
Tipi pittura
Per facilitare l’applicazione e soddisfare ogni esigenza le più recenti idropitture si raggruppano in diverse classi a seconda della composizione e della soluzione mirata che garantiscono. La classe è indicata sull’etichetta, che però non sempre è chiara o di facile lettura.
Pittura ecologica. Priva di solventi o sostanze chimiche derivate dal petrolio, è una pittura composta da elementi di origine animale o vegetale, come l’olio di lino, la caseina o le terre naturali. Per questo è adatta alla camera dei bambini e per chi soffre di allergie. Inodore e di facile applicazione, il prodotto è naturale ed evita fenomeni di degrado dovuti a incompatibilità: la caseina presente nelle vernici, per esempio, forma con la calce del muro un composto ancora più resistente e solido. Ha un alto potere coprente, ed essendo antistatica non attira la polvere sul muro e si sporca difficilmente, aumentando la durata nel tempo della parete pulita. Sono molte le formulazioni che si possono ottenere: dalla versione traspirante, alla antimuffa, alla battericida. Tuttavia, i prezzi rispetto alle pitture convenzionali, sono superiori anche del 40%.
Pittura traspirante. La traspirabilità indica che la pittura non deposita una pellicola isolante sul muro. La pittura traspirante assorbe l’umidità presente nel muro o nell’aria e la rilascia, evitando fenomeni di condensa o la formazione della muffa. La capacità di rilascio dell’umidità è veloce quanto la capacità di assorbimento. Solo nel caso di muri con umidità ascendente (quando l’acqua nel terreno risale dalla fondamenta nelle pareti) la traspirabilità diminuisce.
Pittura Lavabile. Una volta applicata, questa pittura dalla consistenza più elastica deposita sullo strato superficiale del muro una pellicola resistente e duratura nel tempo ma che tende a chiudere i pori della parete, creando un lieve isolamento e limitando fortemente il passaggio d’aria. La lavabilità di una pittura si misura attraverso la resistenza all’abrasione e allo sfregamento, e non come si crede comunemente al lavaggio con l’acqua: il muro infatti deve essere pulito con una spugna appena umida e non imbevuta d’acqua.
Idrorepellente e smacchiante. Per rafforzare le caratteristiche di resistenza, molte aziende produttrici aumentano la quantità di legante e pigmento da inserire nella pittura, così da renderla idrorepellente o smacchiabile. Con la formulazione idrorepellente si raggiungono buoni livelli di impermeabilità al vapore acqueo più che all’acqua, intesa come la possibilità di espellere una parte di umidità dai muri e di impedirne il più possibile l’assorbimento.
Pittura antimuffa o anticondensa. Le pitture anticondensa contengono sostanze che riducono o annullano i ponti termici delle pareti, impediscono la concentrazione del vapore acqueo vicino alle pareti più fredde e la condensa che si forma per la differenza di temperatura. Le pitture antimuffa sono addizionate con battericidi e composte anche da fungicidi o biocidi, principi attivi contro funghi e alghe, stabili alla luce e resistenti a blandi detergenti.
Minerale naturale. Risulta essere una pittura dal potere disinfettante, costituita per oltre il 70% da sostanze minerali naturali, come la calce, che è traspirante e combatte l’umidità. Non può contenere più del 4% di leganti organici, come l’emulsione acrilica o vinilica, altrimenti non può essere definita naturale, ma solo minerale.
Tempera. Risulta essere una versione povera di pittura murale, a base di carbonato di calcio, che richiede quasi sempre l’utilizzo di un prodotto di fondo per aderire meglio alla superficie. Tra le pitture è quella dalla qualità più scarsa e per questo ha anche un prezzo più basso, inferiore di circa un terzo rispetto a una pittura traspirante o lavabile. Ha un basso potere coprente e una scarsa resa sul muro.
Come pulire il muro nel modo giusto
Se si spolverano muri e soffitti almeno una volta ogni 45 giorni durante l’inverno, si limita l’accumulo di polvere, che con il tempo penetra negli strati meno superficiali della pittura e non può essere più rimossa se non ritinteggiando. Per fare meno fatica, avvolgere un panno intorno alla spazzola di una scopa e spolverare prima il soffitto e poi le pareti, partendo dall’alto. Cominciare sempre da un angolo, spolverando i muri in senso verticale. Non utilizzare panni in lana o in tessuto sintetico che, essendo elettrostatici, aumenterebbero la presa allo sporco delle superfici attraendo ancora di più la polvere. Usare il cotone e la microfibra. Non passare una spugna umida sull’idropittura, anche se lavabile, prima di aver spolverato il muro; bagnando la polvere, si agevola l’aderenza ma si rende difficile la rimozione. Quando si tolgono le macchie intorno all’interruttore o i segni lasciati da un quadro, può succedere di espandere l’alone di sporco peggiorando la situazione. Per evitarlo: per un’idropittura lavabile, passare una spugna inumidita su tutta la parete, uniformandola; per macchie d’unto su pittura smacchiabile o su smalto, lavare con acqua tiepida e detergente liquido neutro, o con una soluzione composta dal 3% di ammoniaca diluita in 1 litro d’acqua.
Come organizzare il lavoro
Nonostante la tinteggiatura sia alla portata di tutti, per ottenere un risultato che duri nel tempo è bene prepararsi al lavoro con metodo: procedendo senza fretta e con precisione; ripartendo il lavoro in base al numero di pareti da rinfrescare e al tempo disponibile. Eccetto il caso di monolocali fino a 30 mq, non sempre è possibile finire il lavoro in un solo week-end: in un sabato e in una domenica, infatti, si riesce a stuccare e a dipingere due stanze da circa 4×4 metri. Meglio preparare i locali la sera prima di iniziare a dipingere.
Venerdì spostare i mobili
Dedicarsi alla protezione delle due stanze da tinteggiare. L’operazione, in base al tipo di arredi e alla dimensione dei locali, non occupa più di un’ora e un quarto. Sono in commercio feltri per proteggere i pavimenti che assorbono gli spruzzi di pittura, evitando che, attaccandosi alle suole delle scarpe, si trasporti lo sporco in locali della casa. Sono in rotoli da 30 o 50 metri per metro di altezza e possono essere riutilizzati molte volte.
Rimuovere la maggior parte dei mobili più piccoli e leggeri dalla stanza, per muoversi meglio dlirante i lavori. Raggruppare quelli più ingombranti al centro e coprirli con teli di plastica leggera oppure con vecchie lenzuola.
Se è troppo difficoltoso rimuovere plafoniere, lampadari, lampade a sospensione o a parete, coprirli a sacco con della vecchia stoffa o con un telo di plastica, sigillandolo con nastro adesivo.
Staccare quadri e placche protettive di interruttori e prese, togliere le tende. Proteggere i profili di legno, stipiti e battiscopa con nastro maschera, preferibilmente anti goccia.
Per coprire il pavimento usare teli protettivi in polietilene, più grandi della stanza per non rischiare di lasciare parti scoperte. Usare carta da giornale e fissarla con nastro adesivo.
Sabato dipingere le pareti
Risulta essere importante cominciare presto la mattina per non lasciare incompiuto il lavoro, perché l’interruzione di una stanza a metà può rendere meno uniforme il risultato finale. Prima di sera, infatti, si è costretti a interrompere il lavoro, a causa dell’umidità che, spesso, nel tardo pomeriggio, aumenta anche del 30% bloccando l’essiccazione della pittura.
Solo una superficie adeguatamente preparata fa sì che la pittura aderisca perfettamente al muro, conferendogli un effetto estetico e una maggiore protezione.
Rimuovere lo sporco e la polvere accumulata sulle pareti con una spazzola specifica per lo spolvero, caratterizzata da setole molto rigide. In alternativa avvolgere un panno pulito intorno a una scopa o passare l’aspirapolvere con la bacchetta a spazzola.
Asportare le scaglie di pittura vecchia non più aderente al muro utilizzando una spatola, che serve anche per tagliare e scrostare eventuali bolle presenti.
Se sul muro di una parete divisoria ci sono piccole crepe o fessure di assestamento, allargarle leggermente con un raschietto, in modo da conferire alla parete un profilo a forma di v: aumentando il volume di presa dello stucco, aumentano il potere di coesione e la durata nel tempo.
Se le crepe di un muro portante sono vistose o profonde e in un punto specifico hanno quasi l’aspetto di un foro, è meglio ricorrere all’intervento di un esperto. Un muratore dovrebbe essere in grado di determinarne la causa e, qualora riscontrasse eventuali segni di cedimento di rivolgersi a un ingegnere strutturista. Se la causa della/e fessura/e è dovuta ai continui movimenti di assestamento di pareti e di soffitti per conferire compattezza al muro e riparare definitivamente il foro: raschiare a fondo la crepa e riempirla con un sigillante al silicone verniciabile, la cui consistenza elastica impedisce alla fessura di riaprirsi; per potenziare l’efficacia, applicare una garza sulla parte sigillata. Quelle più efficaci sono autoadesive a rete, come quelle usate sulle pareti di cartongesso; stuccare normalmente e lisciare con carta vetrata.
Prima di applicare lo stucco, rimuovere ogni traccia di polvere intorno alla crepa ed eliminare eventuali frammenti, non perfettamente aderenti, con un pennello inumidito. Lo stucco si applica con una spatola, meglio se flessibile, inserendo l’impasto in tutta la profondità della crepa. Effettuare la rasatura con movimenti trasversali alla crinatura, cercando di levigare accuratamente lo stucco per semplificare la lisciatura finale con la carta vetrata. Eliminare la polvere prodotta con una spugna inumidita.
Come scegliere lo stucco
La fase della stuccatura è importante, perché è il primo intervento di finitura sul muro che influisce sul risultato finale. Molte crepe, inoltre, soprattutto le fessure d’assestamento, sono recidive e spesso, dopo uno o due mesi, riappaiono.
In pasta. Pronto per l’uso, lo stucco in pasta elimina la procedura di preparazione e si applica direttamente dal barattolo. Le confezioni in tubetto vanno manipolate con le dita prima dell’uso, per amalgamarne il contenuto. A seconda della composizione, lo stucco in pasta colma le fessure profonde fino a 2 cm con una sola applicazione: se viene steso uno strato spesso 1 cm, lo stucco asciugherà in circa due ore. Il prodotto “a rapida essiccazione” è adatto per piccole riparazioni su superfici ridotte, come buchi lasciati da chiodi o leggeri dislivelli nei muri vecchi.
Stucco in polvere. Normalmente a base di gesso, è in confezioni da 1, 2,5, 5, 10 e 25 kg e si prepara aggiungendo una parte di acqua a poco più di due parti di polvere. Una volta mescolato l’impasto, applicarlo entro due ore dalla preparazione. Alcuni stucchi non hanno grande capacità di adesione e tendono a diminuire di volume durante l’essiccazione, non coprendo le imperfezioni. Scegliere un prodotto composto da gesso miscelato con metilcellulosa, una sostanza in polvere che, con l’aggiunta dell’acqua, assume una densità gelatinosa che blocca il restringimento dell’impasto.
Stucco livellante. A base di polvere di marmo e resine particolari, si usa per gli interventi di rifinitura che richiedono un’esecuzione precisa, come fregi, rosoni e cornici decorative a soffitto. È adatto anche per stuccare le giunte tra i pannelli di cartongesso.È facile da stendere perché ha una consistenza cremosa e può essere applicato anche in strati sottili pochi millimetri.
Come riparare uno spigolo
Gli spigoli sono una delle parti del muro più esposte a urti e do ve l’intonaco cede più facilmente. Se si vuole che durino intatti a lungo, non è sufficiente ricostruirli con lo stucco e la spatola. Ecco come rifarli e irrobustirli.
Asportare con un raschietto o con un martello a punta piatta circa 10 cm di intonaco lungo i due lati dello spigolo, fino a raggiungere i mattoni.
Una volta bagnato il muro, appoggiare lungo lo spigolo un profilato metallico piegato ad angolo, allineandolo con lo spigolo sano e fissandolo con malta cementizia applicata con una cazzuola. Comunemente chiamato salvaspigoli o portaintonaco, il profilato è reperibile nei ferramenta e nei centri fai-da-te.
Riempire con malta entrambi i lati del muro nudo ricoprendo tutti gli spazi vuoti. Utilizzare la cazzuola per lisciare la malta, e una spugna umida per pulire lo spigolo.
Quando il nuovo spigolo è completamente asciutto, lisciarlo con carta vetrata e rifinire con lo stucco.
Se ci sono tracce di muffa sul muro, non pitturare sopra le macchie senza aver prima risanato la superficie: in condizioni di umidità, infatti, i microrganismi che compongono la muffa (sui muri interni sono in prevalenza funghi e lieviti) si nutrono delle sostanze che costituiscono il rivestimento, proliferando in vere e proprie colonie anche sotto il rivestimento. Un muro soggetto alla formazione di muffa, come per esempio quello esposto a nord o quello di bagno e cucina, andrebbe spolverato spesso, perché anche la polvere crea le condizioni favorevoli per la crescita di funghi e batteri, che poi possono portare all’insorgenza di allergie. La disinfestazione deve essere fatta anche tra le fughe delle piastrelle. Quando sulla stessa parete si devono riparare anche le crepe, trattare prima le macchie di muffa per eliminare il fenomeno in profondità. L’intervento prolunga i tempi di circa 6-8 ore, ma evita il riformarsi della muffa per circa 4 anni. Se le macchie sono circoscritte, la contaminazione può essere interrotta con sostanze biocide, soluzioni disinfestanti e fungicidi, che rimuovono la muffa e prevengono la formazione nel tempo.
Stendere ripetutamente la soluzione con un pennello solo sulle zone infestate. Se si applica un prodotto spray, vaporizzare a pochi centimetri dal muro ed evitare di inalare la sostanza.
Solo dopo aver lasciato agire il prodotto per almeno 2 ore e mezzo, asportare le muffe con movimenti lenti, utilizzando un panno o una spazzola.
Passare una seconda mano di soluzione disinfestante, questa volta su tutta la parete da dipingere.
Attendere 4-6 ore e applicare una pittura antimuffa, con la stessa composizione della soluzione fungicida.
Domenica pitturare i muri
Procedere seguendo un preciso ordine, partendo dal soffitto e passando a imbiancare le pareti, stendendo la pittura con movimenti regolari e a zone circoscritte di 70-100 centimetri. Non appena si inizia il lavoro, aerare il locale per favorire l’essicazione del prodotto e ottimizzare i tempi di lavoro.
La prima mano di pittura. Quando si apre la latta di vernice, è sempre bene mescolare a lungo la tinta prima di diluirla con l’acqua, per uniformarla ed eliminare eventuali grumi o depositi sul fondo. Se necessario, filtrare la pittura in un secchio vuoto, passandola attraverso una calza di nylon. Se la prima mano si dà in una giornata soleggiata di primavera con 16°C, l’idropittura si asciuga in due ore.
La pittura deve essere tenuta possibilmente a portata di mano, ma per evitare che ingombri o che sia causa di inciampi pericolosi, è meglio sistemarla in un angolo della stanza. Prima di usare i pennelli o il rullo, lasciarli a bagno in acqua per almeno 10 minuti, poi lavarli con acqua e sapone e strizzarli bene per togliere l’acqua in eccesso.
Spesso si sottovaluta il potere irritante dei prodotti vernicianti all’acqua che, se vengono a contatto con pelle e occhi, possono pur sempre creare irritazioni. Indossare un cappello e indumenti comodi, vecchi o dismessi: ricordare che tutte le vernici si fissano in profondità alle fibre, lasciando macchie spesso difficili da eliminare. Ci sono tute specifiche anti-macchia in polipropilene con cappuccio che proteggono da capo a piedi. Sono leggere e non fanno sudare. Gli occhi vanno sempre protetti: sono ideali gli occhiali in plastica da laboratorto, in grado di proteggere anche i lati degli occhi. Se non si vogliono indossare i guanti in lattice, proteggere le mani con creme specifiche e protettive per la pelle.
Come stendere il colore
Per ottenere un buon risultato, è necessario seguire alcune regole che permettono di pitturare meglio e risparmiare tempo. Il soffitto è la prima superficie da affrontare per evitare eventuali sgocciolature sulle parti già imbiancate. Conviene cominciare dal lato in prossimità della finestra, così che la luce mette in evidenza le sovrapposizioni e le eventuali dimenticanze. Se il colore scelto è unico, passare prima un pennello, un tampone o un piccolo rullo da 10 cm lungo tutti gli angoli. Per coprire il soffitto, sia con il pennello sia con il rullo, passare le mani incrociate, la prima in orizzontale e la seconda in verticale.
Per darsi una regola, seguire un percorso partendo da un angolo e non interrompere, fino a che non si raggiunge uno spigolo vivo. È stato infatti dimostrato che in questo modo si facilita la visione del lavoro effettuato, senza fare sforzi muscolari del collo pe controllare il lavoro. Per chi è mancino, verrà istintivo partire da destra e pitturare in senso antiorario mentre chi usa la destra, lavora meglio in senso orario, lasciandosi porte e finestre sulla sinistra.
Se si usa il pennello non intingerlo nella latta per tutta la lunghezza delle setole e spremere la pittura in eccesso passandolo lungo il bordo del recipiente. Per coprire in modo uniforme la superficie, suddividere il muro in ipotetici riquadri non più grandi di 1 metro e sovrapporre le passate di vernice lungo i bordi. Proseguire di riquadro in riquadro fino alla fine della parete. Se si verificano colature di pittura, riprenderle immediatamente con lo stesso pennello o con uno straccio pulito prima che si asciughino.
Per evitare sgocciolature, se si usa il rullo va impregnato di vernice solo in superficie, eliminando l’eccedenza di colore ruotandolo sulla griglia nella vaschetta. Una stesura uniforme si ottiene facendo scorrere liberamente il rullo sulla superficie senza mai spostarlo di lato. È consigliabile partire dal basso, perché facendolo scorrere sul muro con una leggera pressione si controllano meglio gli schizzi. Sovrapporre le diverse passate di qualche centimetro per fasce verticali, poiché non è facile incrociare le passate.
Pulire rulli e pennelli
A lavoro terminato, i pennelli e i rulli vanno accuratamente ripuliti per conservame l’efficienza e impedire che si induriscano e diventino così inutilizzabili.
Per eliminare le tracce di idropittura dal pennello, è sufficiente passarlo sotto l’acqua corrente, preferibilmente calda. Per essere certi di rimuovere ogni residuo, lasciare i pennelli a bagno un’ora e infine strofinare le setole con detersivo blando e passare una spazzola o un pettine a denti fitti tra le setole partendo dalla ghiera. Se i pennelli rimangono ancora rigidi dopo la pulizia, immergerli in acqua e aceto bollente per qualche minuto e poi rilavarli con detergente e acqua calda. La fase dell’asciugatura è delicata: per impedire alle setole di rovinarsi, asciugarli appendendo i pennelli con il foro sull’impugnatura. Qualche goccia di olio d’oliva passato tra le setole, aiuterà il pennello a conservarsi in buono stato fino alla successiva tinteggiatura. Prima di lavare il rullo, passarlo avanti e indietro sopra un giornale o uno straccio, affinché rilasci più colore possibile. Poi farlo ruotare sotto l’acqua calda, facendo pressione con le mani e strofinandolo con detersivo.
Quanto dura la tinteggiatura
Tipo e qualità della pittura determinano la durata nel tempo del colore sulle pareti. L’idropittura applicata a un muro sano può durare anche due o tre anni, solo se non è sottoposta a fattori come gli sbalzi di temperatura o il riscaldamento eccessivo, che potrebbero danneggiarla. L’invecchiamento della verniciatura può dipendere da: polvere e unto, bimbi, animali e tv, poca ventilazione, impatto improvviso ed infine, fumo e fuliggine.
Nel primo caso si tratta essenzialmente di annerimento delle pareti. L’annerimento è dovuto alla risalita di polvere mista a unto, trasportata verso l’alto dai radiatori, e che poi si deposita sulle pareti e in prossimità del soffitto creando i classici “baffi” da nero fumo. Questo problema si ripresenta ad ogni stagione invernale e purtroppo, qualunque sia il tipo di pittura utilizzata in precedenza l’unico modo per eliminarlo è ritinteggiare il muro. Per prevenire l’insorgere del problema si può applicare ai radiatori dei filtri specifici in grado di trattenere le particelle di polvere e, a seconda dello spessore, della composizione e del materiale, anche gli acari e i batteri.
L’annerimento può essere causato anche da frequenti strofinii di animali domestici o di bambini che, oltre a usare a volte il muro come una lavagna, tendono spesso a giocare a ridosso della parete. Tuttavia, per creare un alone scuro sul muro è spesso sufficiente accostarvi troppo un tavolo o un elettrodomestico che sviluppa calore (come la tv o il frigorifero). Per evitare ciò, contro gli strofinii, usare una pittura con dicitura super lavabile. Per evitare segni, lasciare tra i mobili e la parete uno spazio di circa 5 cm e applicare sul muro bordi autoadesivi.
Una terza causa può essere una scarsa ventilazione dei locali, molto frequente nelle case non abitate per mesi, che accentua il fenomeno dell’umidità favorendo la contaminazione dei muri da parte di microrganismi (per esempio le muffe) che si moltiplicano formando colonie lungo stipiti, battiscopa e angoli del soffitto. Un rimedio efficace potrebbe essere quello di installare un aspiratore collegato a un termo-umidostato, dispositivo con sensori per variazioni di umidità e, se l’umidità supera i livelli impostati, attiva l’aspiratore per il ricambio d’aria.
Anche gli urti improvvisi contro il muro o gli spigoli vivi possono compromettere l’integrità del muro, a causa dell’impatto delle maniglie di una porta o di una finestra e da eventuali chiusure violente in caso di correnti d’aria. Questo può causare crepe in prossimità degli stipiti o degli angoli del soffitto o arrivare a staccare anche parte dell’intonaco. Per evitare ciò utilizzare i fermi di sicurezza a cuneo da fissare al pavimento per tenere aperte le porte e applicare al muro delle protezione autoadesive antiurto in corrispondenza della maniglia di porte e finestre.
Lo strato di pittura assorbe in profondità la nicotina negli ambienti domestici anche dove fuma una persona soltanto: il fumo, la nicotina o la fuliggine compromettono la stabilità dei pigmenti, ingiallendo il muro con antiestetici aloni. Le macchie da fumo sul muro sono tra le più difficili da eliminare, tendono sempre, infatti, a riaffiorare dopo breve tempo.
Se si ricorre all’imbianchino
Dato che non tutte le persone hanno tempo per affrontare la manutenzione della casa, ci si può rivolgere all’artigiano, a patto però che sia iscritto all’Albo professionale degli Artigiani presso la Camera di Commercio, così come prescrive la legge 443/85. Nella ricerca dell’imbianchino, assicurarsi che: abbia molti anni di esperienza, in modo da saper far fronte a qualunque difficoltà e ostacolo dovesse incontrare durante le fasi di lavoro; conosca a fondo tutti i prodotti in commercio e sia in grado di spiegare le caratteristiche di ognuno; oltre a fornire un preventivo gratuito, proponga di fare un sopralluogo; proponga sia un prezzo al metro quadro, sia a corpo che, considerando il numero di locali da tinteggiare, consente di risparmiare.