Rimuovere una vite spanata o incastrata, qualunque sia il motivo, può essere più o meno difficile e faticoso, tuttavia, con ingegno e pazienza, si tratta di un problema risolvibile. Il grado di difficoltà riguarda soprattutto il tipo di vite e il supporto al quale è fissata, prima di qualsiasi tentativo, è necessario studiare con attenzione questi due elementi.
I modelli e le misure di viti in circolazione sono davvero tanti, e ad ognuna si correla la scelta del cacciavite o dello strumento che permette di rimuoverle, considerando che la punta deve avere una presa perfetta. Non è raro che il problema di una vite spanata sia proprio correlato all’utilizzo di uno strumento non adatto. Dopo avere verificato le dimensioni e il modello della vite, è quindi possibile procedere alla scelta dello strumento più adatto.
Un cacciavite di ottima qualità è dotato di impugnatura ergonomica in gomma che garantisce la massima stabilità e sicurezza, oltre a ridurre lo sforzo, e possibilmente di punta magnetica, per facilitare la presa su una vite situata in profondità o in una collocazione difficile da raggiungere.
Gli avvitatori elettrici richiedono una precauzione particolare, visto che non permettono di dosare la forza applicata, e potrebbero danneggiare la vite e renderne più difficoltosa la rimozione.
La vite spanata è una vita la cui testa è danneggiata e l’attrezzo usato come chiave, che può essere un cacciavite o un altro strumento, ha perso la conformazione originale e non riesce più a creare un incastro ad incastrarsi correttamente. Risulta essere un problema piuttosto comune per le viti ad innesto esagonale, quando il metallo si deforma leggermente e non sopporta la resistenza dell’attrezzo, magari perché è stato avvitato in maniera troppo forzata o la forzatura è dovuta al tentativo di sbloccare la vite.
Chiavi e cacciaviti sono realizzati con leghe metalliche molto più dure e robuste delle viti le quali, proprio per questo motivo, possono danneggiarsi, rendendo poi difficile la rimozione. Risulta essere importante utilizzare sempre attrezzi di ottima qualità, in grado di distribuire uniformemente lo sforzo, preservando più a lungo l’integrità delle viti.
Prima di procedere a svitare, per evitare la rottura accidentale della vite, è necessario togliere ogni traccia di ossidazione, vernice, colla e altre incrostazioni di diverso genere che la circondano o la coprono. Per svolgere questa operazione si può fare uso di un liquido sbloccante reperibile nei negozi di ferramenta, il migliore è il WD-40, prestando attenzione se il supporto è di legno pregiato o di un materiale delicato, poiché il liquido potrebbe danneggiarlo. In commercio è possibile trovare anche prodotti specifici per favorire la presa del cacciavite nella testa della vite, aumentando l’attrito e contribuendo allo sblocco. Se la vite è bloccata perché coperta da uno strato di vernice, anche un taglierino a volte è sufficiente per liberarla e permetterne la rimozione.
A questo punto, dopo avere utilizzato lo sbloccante, si può procedere con i primi tentativi, utilizzando il cacciavite più adatto ed eventualmente ruotando il manico con l’aiuto di una pinza, se la vite non è eccessivamente spanata, spesso è sufficiente usare un attrezzo di ottima qualità. Se la vite è stata inserita con forza o è ancora bloccata dalla ruggine, si può ottenere un risultato assestando qualche colpo con un martello e un piccolo scalpello alla testa della vite, questa manovra spesso riesce a sbloccare la vite da eventuali residui di vernice ossidata, ma funziona meglio quando le viti sono realizzate in un metallo non troppo duro. Anche il cacciavite a percussione può essere utile, si tratta di un attrezzo che, puntato sulla testa della vite e battuto con un martello, automaticamente ruota, tentando di svitarla.
Le viti con taglio a croce spesso creano maggiori problemi, se la punta specifica non riesce a fare presa, si può tentare con una punta piatta, sufficientemente sottile perché si incastri in uno dei due tagli incrociati. Si tratta però di un espediente utile solo se la testa della vita è integra, e non appare completamente spanata.
Quando, al contrario, la testa della vite è consumata e il taglio non è più in grado di opporre resistenza al cacciavite, la prima operazione da svolgere è quella di ricostruire, in qualche modo, quella che era la forma originale, utilizzando un utensile comune, un seghetto o una fresa. Se la vite non è troppo incassata nel materiale di supporto, e la testa sporge sufficientemente, un normale seghetto per il ferro è perfetto per ridare forma al taglio tanto da riuscire a fare presa con uno strumento adatto. Risulta essere un sistema utile con le viti la cui testa non è piatta, e non sempre risulta essere adatto per le viti per legno. Se non è possibile usare il seghetto a causa della testa della vite troppo piatta o inserita in profondità, l’alternativa è una piccola fresa montata su un minitrapano Dremel, con la quale ripristinare il taglio della vite, cercando di essere il più possibile precisi, per consentire al cacciavite di fare presa.
A volte il cacciavite non riesce a fare presa e tende a scivolare, e non si hanno a disposizione strumenti o prodotti adatti, può essere sufficiente avvalersi di un materiale che provochi maggiore attrito, favorendo l’adesione della punta al solco, si può tentare con un elastico piatto in gomma, da inserire tra la punta e la fessura. Un altro sistema da provare è quello di fissare intorno ad una vite con la testa abbastanza spessa un dado che abbia lo stesso diametro, usando un adesivo molto forte, per poi provare a ruotarlo con una chiave, ed estrarre la vite.
Quando la testa della vite risulta seriamente danneggiata o addirittura spezzata, l’unico strumento che può essere in grado di svitarla è un estrattore conico. Si tratta di un utensile con la punta filettata, la cui funzione è quella di fare da prolunga ad una vite spezzata o danneggiata, per consentire di svitarla e rimuoverla facilmente. L’estrattore conico è disponibile nelle due varianti, con filettatura orientata verso destra o verso sinistra, il senso di rotazione deve essere opposto a quello della vite da rimuovere.
Ultimo aggiornamento 2024-11-10 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Per utilizzarlo, è necessario prima di tutto praticare un piccolo foro al centro della vite da estrarre, utilizzando un trapano dalla punta sottile, perfettamente centrato e il più perpendicolare possibile, per favorire l’operazione, si consiglia di eseguire una prima traccia con punteruolo e martello.
Dopo avere praticato il foro, si può procedere ad inserire all’interno l’estrattore, di solito, in abbinamento all’utensile, viene fornito anche una chiave a T, ma in alternativa va benissimo un giramaschi o una chiave inglese, quando lo strumento è stato inserito per tutta la sua lunghezza all’interno della vite, proseguendo a ruotarlo ne provocherà automaticamente la rimozione.
L’estrattore autoforante non richiede di effettuare il foro, visto che svolge entrambe le funzioni, di foratura e di estrazione. Questo tipo di estrattore è diviso in due parti, una delle quali viene utilizzata come una punta da trapano e inserita nel corpo della vite, la parte con funzione estraente viene avvitata successivamente, per procedere alla rimozione, facile e rapida, della vite. L’estrattore autoforante è la soluzione migliore per rimuovere le viti più difficili, occorre comunque avere un minimo di esperienza nell’utilizzo del trapano.